
Spesso nelle discussioni relative a traffico urbano, mobilità e parcheggi, chi è a favore dell’auto privata interviene a generosa difesa di presunti poveri che non possono permettersi di pagare il parcheggio, di pagare la congestion charge, né di usare mezzi alternativi perché devono comunque andare a lavorare con l’indispensabile auto privata.
Si tratta di una logica falsa e fallace.
Chi ha un’abitazione, ha un lavoro o una pensione e possiede un’auto, la mantiene e la usa, difficilmente può essere considerato ‘povero’.
Certamente ci saranno singole persone o singole famiglie che pur avendo casa, stipendio e auto fanno fatica a raggiungere la fine del mese, ma un conto è spendere di più di quel che si guadagna (anche un chirurgo plastico che guadagna 15.000 euro al mese e ne spende 16.000 ‘fa fatica ad arrivare alla fine del mese’, ma non è certo povero), un altro essere poveri.
Se una persona con casa, lavoro e automobile è in difficoltà economica, spesso il suo problema principale è proprio mantenere l’automobile: l’auto è la seconda voce di spesa dopo l’abitazione (e talvolta la prima quando l’abitazione è di proprietà e non ci sono né affitti né mutui da pagare) e mantenerla può richiedere fino a un terzo dello stipendio, fra rate di acquisto, spese fisse e spese correnti. Pagare il parcheggio o la congestion charge le rare volte che va in centro in auto è l’ultimo dei suoi problemi.
Se si vogliono veramente aiutare i poveri (e non usarli come scudi umani per difendere i privilegi automobilistici), bisogna quindi favorire i mezzi pubblici e l’uso della bicicletta, entrambi mezzi di trasporto molto più economici e salutari dell’automobile (anche i quattro passi per arrivare alla fermata del tram fanno bene alla salute, di più di guidare nel traffico).
Più si favorisce l’uso dell’auto costruendo strade e parcheggi ad accesso gratuito (e trascurando mezzi pubblici, piste ciclabili e marciapiedi), più si sovvenzionano le famiglie medie e benestanti, quelle che possono avere senza problemi una, due o tre auto in famiglia, e magari anche uno o due scooter o motociclette.
A meno che, se l’auto è davvero così indispensabile per la vita moderna in Italia, non si voglia valutare il concetto di auto di cittadinanza: ai poveri l’auto viene fornita dallo stato. E a chi non sa guidare, si fornisce anche l’autista.
Ultima nota sul concetto di povertà: al dicembre 2019, secondo il Sole 24 Ore che riporta dati della Banca Mondiale, nel mondo venivano stimati tre miliardi di persone che vivono con meno di 5,5 dollari al giorno, e 400 milioni di persone che vivono con meno di due dollari al giorno. Sono dati che con la pandemia Covid-19 sono peggiorati. Questi sono i veri poveri, non chi ha il problema di pagare il parcheggio per la sua auto.