La leggenda dei ‘pedoni che si buttano’: analisi di un investimento auto-pedone a Cagliari

A Cagliari, in via Peretti, nel periodo gennaio-marzo 2024 ci sono stati tre investimenti di pedoni che attraversavano le strisce bianche. Via Peretti è una via a quattro corsie con uno spartitraffico centrale.

I primi due casi sono raccontati qui. Questo terzo caso è stato registrato anche con un video, pubblicato qui dall’Unione Sarda, che consente di esaminare bene la dinamica dell’investimento. Qui sotto tre fotogrammi chiave:

1. Il pedone inizia ad attraversare.

L’auto bianca proveniente da sinistra (non è l’auto investitrice) è molto lontana: circa 40-50 metri.

2. Il pedone è a metà attraversamento

Il pedone è quasi a metà attraversamento e l’auto bianca proveniente da sinistra deve ancora arrivare alle strisce bianche.

3. Il pedone sta per completare l’attraversamento e viene investito

Nota: l’immagine non è ritoccata: l’auto è mossa nel fotogramma.

L’auto proveniente da sinistra è transitata, il pedone sta completando l’attraversamento e, confrontando la velocità dell’auto proveniente da sinistra, l’auto investitrice proveniente da destra stava andando sensibilmente più veloce (anche la sua immagine, nel fotogramma, è mossa). Probabilmente, quando vediamo l’auto nell’inquadratura, era in frenata.

3. Il peggior pericolo per il pedone: l’auto lontana che va molto veloce.

Guardando bene la dinamica dell’auto che veniva da sinistra, è evidente che la velocità tenuta da quell’automobilista era moderata: il pedone ha iniziato ad attraversare quando l’auto era a circa 40-50 metri, e quando il pedone stava per raggiungere lo spartitraffico, l’auto era ancora a diversi metri dal passaggio pedonale.

L’auto proveniente da destra invece procedeva certamente a velocità maggiore, una velocità chiaramente incompatibile con la prossimità di un attraversamento pedonale, e una velocità che ha reso impossibile una frenata efficace. Per rendersene conto basta confrontare la sua velocità di ingresso nell’inquadratura con le velocità delle altre auto in transito visibili nel video.

L’automobilista dell’auto investitrice ha avuto tecnicamente tutto il tempo per vedere il pedone, che ci ha messo circa 4 secondi a camminare dallo spartitraffico fino al punto dell’investimento. Se l’automobilista investitore avesse moderato la velocità come l’auto proveniente da sinistra avrebbe avuto modo di consentire l’attraversamento in piena sicurezza. Dal momento in cui il pedone ha lasciato lo spartitraffico al momento in cui è stato investito ha fatto sei passi, ovvero sono passati circa quattro secondi. Un’auto a 50 km/h percorre 15 metri al secondo. Se l’auto investitrice andava a 50 km/h era a circa 60 metri dal passaggio pedonale quando il pedone ha superato lo spartitraffico.

Va sottolineato che l’occhio umano ha molta difficoltà a valutare gli oggetti in movimento quando sono distanti. (*) Questo vale sia per il pedone che vede un’auto lontana in arrivo e spesso non ne valuta correttamente la velocità o non ne sente il rumore del motore, sia per l’automobilista che va troppo veloce per le sue capacità di guida (e, in ambito urbano, troppo veloce significa sopra i 30-40 km/h, salvo piloti esperti di rally e di F1).

Via Peretti è un rettilineo con visibilità ottimale. Poiché dal filmato è evidente che il pedone non si è ‘buttato’ (come sostengono le leggende automobilistiche che incolpano i pedoni degli investimenti sulle strisce), non correva, invece ha attraversato con tranquillità vedendo l’auto proveniente da sinistra lontana (e a velocità moderata), è chiaro che il problema principale di quella strada è la velocità degli automobilisti che arrivano ai passaggi pedonali, velocità incoraggiata dalla struttura di tipo autostradale a 4 corsie.

Probabilmente se come documentazione avessimo solo la terza foto, qualcuno sosterrebbe che è il pedone che ‘si è buttato’. Ma osservando le altre due foto e confrontando nel video le diverse velocità dei veicoli in transito (una Smart, l’auto bianca nelle due foto in alto, e un’altra auto proveniente da destra transitata prima dell’investimento, infine l’auto entrata nell’inquadratura dopo l’investimento), è chiaro che l’auto investitrice probabilmente era in frenata quando è entrata nell’inquadratura, e l’automobilista stava procedendo a una velocità ben maggiore degli altri veicoli, ovvero l’auto era molto lontana quando il pedone ha iniziato l’attraversamento (di nuovo: a 50 km/h si percorrono 15 metri al secondo). Per rendersene conto basta guardare anche l’ingresso nell’inquadratura dell’auto bianca che seguiva l’auto investitrice, arrivata circa sei secondi dopo lo scontro. Questa auto bianca ha frenato agevolmente prima del passaggio pedonale.

L’automobilista che arriva sei secondi dopo l’investimento, invece di tamponare l’auto ferma, fa in tempo a rallentare e frenare prima della strisce bianche. L’auto investitrice invece no.

L’incidente che vediamo nel video ha esattamente la stessa dinamica di un incidente fra due auto, in cui l’auto A investe l’auto B che ha la precedenza e sta già impegnando l’incrocio. Quando l’auto ha investito il pedone, questo stava già impegnando le strisce bianche da 4 secondi nel tratto oltre lo spartitraffico.

Dati i normali differenziali di velocità fra pedoni e automobili (2-4 km/h i pedoni, 30-60 km/h le automobili, ovvero le auto vanno da 15 a 30 volte più veloci dei pedoni, ipotizzando un ventaglio di velocità fra i 30 e i 60 km/h), è evidente che la tesi dei pedoni che ‘si buttano’ è ben difficile da dimostrare e, se succede, è un evento molto raro. Il pedone investito stava camminando a velocità normalissima, e la strada ha un’ottima visibilità per gli automobilisti. Basta rallentare prima di tutti i passaggi pedonali per evitare moltissimi incidenti, e quelli che avvengono comunque sarebbero molto meno gravi.

Qualcuno può obiettare: sì ma il pedone ha attraversato distrattamente. Può darsi. Ma è chiaro che l’auto investitrice era veloce e lontana: lo dimostrano tre fatti:

  1. Il confronto con l’auto bianca all’inizio del video e quello dell’auto bianca in arrivo dopo l’incidente
  2. Il fatto che l’automobilista non è riuscito a frenare in tempo per evitare l’investimento: o era troppo veloce, o era molto distratto anche lui. E non si può sostenere che l’eventuale distrazione della vittima sia più grave e più condannabile dell’eventuale distrazione dell’investitore. Se l’automobilista investitore avesse investito un’auto con diritto di precedenza (situazione identica al’investimento di un pedone sulle strisce), nessuno si sarebbe messo a sindacare sull’eventuale concentrazione o distrazione dell’automobilista investito.◆

Qui l’articolo dell’Unione Sarda con il video dell’investimento: Selargius, pedone investito in via Peretti: l’impatto sulle strisce pedonali.

(*) Fonte: ‘Traffic’, di Tom Vanderbilt, che cita il manuale Forensic Aspects of Driver Perception and Response di Paul Olson e Gene Farber

Informazioni su Gianni Lombardi

Autore di libri e scrittore freelance. Ex pubblicitario. Ex segretario ADCI, IAB. Istruttore di Yoga. Copywriter. -Blog, E-mail, Facebook, Twitter, Web. Libri: http://owl.li/CESmh https://twitter.com/benzinazero
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8 risposte a La leggenda dei ‘pedoni che si buttano’: analisi di un investimento auto-pedone a Cagliari

  1. Alberto ha detto:

    quantomeno l’articolo contiene l’indicazione che l’auto era condotta da una donna…merce rara

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  2. CimPy ha detto:

    Si vede chiaramente, nel video, il pedone che, attraversando, ha gettato per l’ultima volta uno sguardo a destra ben prima di raggiungere la metà della strada (dove sta lo spartitraffico) e poi non guarda più. Ci mette diversi secondi ad attraversare, con lo sguardo sempre rivolto in avanti o in basso. Questo non sarà “buttarsi” (e l’automobilista doveva essere ben distratto – o molto fatto – per non vedere l’ostacolo che, lentamente, attraversava la strada), ma è venir meno alla “condotta del pedone”, a cui è richiesto di accertasi che l’attraversamento sia sicuro (proprio perché chi è alla guida del veicolo, se si distre anche solo per 3 secodi percorre molta strada alla cieca).

    Nel video io vedo un pedone che non si cura di niente – “tanto son sulle strisce, eppoi fino a 10 secondi fa non c’erano auto in arrivo” – scordansosi che non ci son soldi che ripaghino davvero la salute persa e, soprattutto, che ha fornito un’attenuante all’automobilista – perché attraversare senza guardare fa concorso di colpa.

    Qualche fotogramma preso da quel video: https://i.ibb.co/cDTJ993/lombardi-Pedone-Incoscente.png

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    • Gianni Lombardi ha detto:

      Vero, ma stai cavillando: l’automobile investitrice in quei 4 secondi si trovava almeno a 40-50 metri dalle strisce (ammesso che non andasse ben più veloce di 50 km/h, velocità comunque eccessiva in prossimità delle strisce): l’unica colpa del pedone è non aver calcolato bene la velocità del veicolo *molto lontano* quando l’ha visto.

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      • CimPy ha detto:

        Facile che, l’ultima volta che il pedone ha guardato, quell’auto fosse ferma al semaforo.

        il semaforo dev’essere scattato il verde mentre il pedone era ancora dalle parti dello spartitraffico. L’autista è partito, poi chissà – magari aveva una storia su instagram da scivere o da leggere (“tanto la via è abbastanza dritta, leggo giusto due righe. Sto a destra, la strada è vuota…”) ed è arrivato sul pedone senza nemmeno frenare ((il muso dell’auto non punta in basso, no?).

        Così come il pedone non ha fatto il minimo movimento di scarto (manco ha girato la testa, nente proprio) fino al totale investimento, anche quell’automobilista non è arrivato manco al pedale del freno – d’altronde fosse andato diciamo a 50 km/h, già solo in quel secondo di tempo di reazione ci faceva circa 15 di quei 50 metri, no? però quando reagisci se stai gardando altrove?

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      • Gianni Lombardi ha detto:

        Vero, ma stai sempre colpevolizzando la vittima. Come ripeto: se un camion investe un’auto che ha diritto di precedenza, nessuno si pone il problema se l’automobilista investito era distratto o no.

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  3. alessandro ha detto:

    concorso di colpa tra il conducente dell’autovettura ed il progettista della strada

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    • CimPy ha detto:

      lol – ce ne sono di incroci che rientrerebbero in quella categoria. Questo forse, dipende da cosa c’è tutto intorno: un passaggio soparelevato per pedoni, in effetti, avrebbe risolto. Ma specifico che non ci sono dubbi che la “distrazione” dell’autista sia da galera, pero: il problema, nello specifico, è che se attraverso per 10 metri senza guardare, a piedi, facendo quei 10 metri a 2 km/h (passo da shopping), ho una certa probabilità di farmi male se sopraggiunge il conducente di una macchina, che nello stesso tempo, ne fa anche più di 50, di metri, persino andando a 40 km/h (fa circa 11 metri al secondo). Se nessuno di noi due sta guardando (perché mentre ero ancora nella prima metà della carreggiata, tu eri a 80 metri e penso: “mi hai visto di sicuro, che nessuno guida girando gli occhi altrove”), è difficile che non ci scappi il ferito. Quello a piedi, di base.

      Insomma, è ovvio che le velocità basse aiutano a evitare tragedie, però non si può nemmeno attraversare senza manco guardare – e non solo all’inizio, bisogna anche gettare uno sguardo ogni paio di secondi in ambo le direzioni. Poi ciascuno faccia come crede, ma il fatto di essere spesso “invisibili” per tanti automobilisti chi gira in bici lo sa bene. Che poi, si dice ovunque: attraversi? Cerca di capire se l’autista che sta arrivando ti ha visto. Se attraversi senza mai buttare un occhio a destra una carreggiata a due o tre corsie, cos’hai visto? D’accordo, poi diamo pure 10 anni di galera all’autista e 4 al progettista, però le ossa “segnate” restano tutte al pedone.

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  4. sid8080 ha detto:

    E poco prima di quell’attraversamento pedonale è presente anche un altro attraversamento su un dosso rialzato.

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