La pretesa di far scendere i ciclisti dagli attraversamenti pedonali non è finalizzata alla sicurezza ma solo a penalizzare inutilmente le persone che vanno in bicicletta: per la sicurezza dell’attraversamento è molto meglio pedalare a passo d’uomo e guardare prima di passare rispetto a scendere.
Questa presunta norma che in realtà non esiste nel codice della strada, non in modo chiaro, è frutto di interpretazioni cervellotiche di norme più generali o dedicate ad altro, come dimostrano sentenze e pareri ministeriali riportati qui, ma anche il commento ‘chiarificatore’ del gestore della pagina Facebook della Polizia di Stato:
Inoltre, diverse categorie di persone che usano la bici sono inutilmente penalizzate da questa presunta norma:
- Anziani in generale
- Persone con bambini sul seggiolino
- Disabili e anziani su bici a tre ruote
- Utilizzatori di bici reclinate (recumbent bike)
- Guidatori di cargo bike
Sono tutte persone per cui in genere salire e scendere continuamente dalla bici è faticoso, non sempre facile, quasi sempre inutile.
Qualcuno può obiettare che sui passaggi pedonali i ciclisti non ci dovrebbero transitare in nessun modo, perché di solito uniscono marciapiedi o percorsi pedonali. Parzialmente vero: ci sono molti casi in cui un passaggio pedonale unisce due aree pedonali dove i ciclisti hanno diritto di pedalare, oppure un tratto di pista ciclabile o ciclopedonale con un’area pedonale. Ci sono anche casi in cui, per trascuratezza o cialtroneria dell’amministrazione pubblica, il passaggio pedonale dovrebbe essere dipinto come ciclopedonale, ma questo non viene fatto.
Va aggiunto poi che non si comprende la logica formalistica per cui sui passaggi pedonali i ciclisti non possono pedalare, mentre sui passaggi ciclopedonali possono pedalare, visto che l’unica differenza fra gli uni e gli altri è puramente formale: ovvero come sono dipinte le strisce.
Il tutto senza reale aumento della sicurezza, né per i ciclisti né per gli automobilisti:
- Per i ciclisti, come per i pedoni, è importante guardare prima e attraversare a passo d’uomo (ma se passano distrattamente, va sottolineato, NON perdono comunque il diritto di precedenza, anche se naturalmente aumentano il proprio rischio, vista la grande frequenza della distrazione fra gli automobilisti)
- Gli automobilisti sono comunque obbligati a rallentare in prossimità dei passaggi pedonali e comunque obbligati a dare la precedenza ai pedoni (o eventuali ciclisti), esattamente come devono dare la precedenza ai veicoli su strada con diritto di precedenza, sul cui stile di guida nessuno si mette a sindacare.
Altrettando inutilmente vessatoria l’ulteriore pseudonorma che fa spesso da corollario al presunto divieto di pedalare sulle strisce: secondo alcuni si può pedalare ma in questo caso, abbastanza illogicamente, si perde la precedenza (!). Anche questa cervellotica interpretazione è stato smentito dalla Cassazione. Si tratta, come le altre, della tendenza a interpretare le norme a danno dei ciclisti: non puoi farlo, se lo fai sei penalizzato. Perché? Non si sa. A parte spiegazioni tautologiche (‘sulle strisce bisogna scendere perché sono pedonali‘) nessuno spiega la ragione o l’eventuale vantaggio di queste presunte norme.
Spiace vedere come la polizia italiana abbia spesso la tendenza a fare sicurezza stradale ‘educando’ le vittime, invece di tutelarle. Qui il video della Polizia di Stato dalla sua pagina Facebook.
È interessante confrontare il video italiano con questi tweet e video di alcune polizie straniere:
- In Spagna la Guardia Civil ricorda agli automobilisti che i ciclisti possono circolare in fila per 2 e in caso di sorpasso bisogna tenere la distanza laterale di 1,5 metri
- Pedalare in gruppo è più sicuro. Se non puoi sorpassare dei ciclisti affiancati, non puoi sorpassare in sicurezza neanche una fila indiana [Surrey Police – UK]
- Un poliziotto inglese spiega che per i ciclisti pedalare affiancati è più sicuro [video, Trustcycle UK]
Sempre a proposito di sicurezza, sia in Gran Bretagna che in Spagna, se un ciclista viene sorpassato in modo pericoloso, oppure se non gli viene data la precedenza su un passaggio ciclopedonale, se ha un filmato che documenta l’infrazione, con targa leggibile, può inviarla alla polizia che, se è il caso, eroga la sanzione.
In Italia questo non è possibile per inerzia burocratica e tutela pelosa di una presunta privacy dell’automobilista che quindi, in assenza di agenti di polizia, può normalmente comportarsi come vuole. ◆
Qui anche l’analisi di Salvaiciclisti-Roma: STRISCE PEDONALI E ATTRAVERSAMENTO IN SELLA ALLA BICI: SI PUÒ FARE?