Spesso quando si parla di sicurezza stradale parte il dibattito sul casco per i ciclisti, e molti confondono l’utilità dell’uso del casco con l’eventuale utilità di un obbligo legislativo per il suo uso.
Va ricordato che:
- ‘Uso del casco’ e ‘casco obbligatorio per i ciclisti urbani’ sono due cose diverse.
- La maggior parte dei traumi cranici avvengono in auto. Chi è favorevole al casco obbligatorio in bici per coerenza dovrebbe proporre lo stesso provvedimento in auto.
- Ciclismo sportivo e ciclismo urbano sono due attività diverse, come sono attività diverse correre in Formula 1 rispetto a usare l’auto per andare al lavoro o per andare a fare la spesa.
Molti usano come argomentazione il fatto che nelle gare sportive i ciclisti usano sempre il casco. Ma questo avviene anche nelle attività sportive automobilistiche: anche i piloti di Rally, di Formula 1, di altre discipline automobilistiche usano sempre il casco.
Nella realtà dei fatti succede che nessun paese della Comunità Europea prevede l’uso del casco obbligatorio per i ciclisti urbani (eccetto Malta). Il motivo principale è che l’obbligo di avere il casco disincentiva l’uso della bicicletta, e che le probabilità di avere un trauma cranico sono maggiori andando in auto. In pratica il pericolo di trauma cranico per ciclisti urbani che pedalano a 8-15 km/h è analogo a quello di un podista che corre e inciampa, salvo il caso di investimento da parte di un’automobile, un furgone o un mezzo pesante. Anche camminare a piedi comporta un certo rischio di trauma cranico, che avviene in genere per caduta (particolarmente per chi corre e per gli anziani) o per investimento da parte di un mezzo a motore.
In questo secondo caso, l’investimento da parte di mezzi a motore, il casco da ciclista è comunque insufficiente per offrire protezioni apprezzabili: i caschi da ciclista sono testati per urti fino a 25 km/h. Qui un caso di una persona in monopattino che indossava un casco da moto: è stata investita da un camion ed è morta nonostante il casco. Naturalmente un singolo caso non fa statistica (per le statistiche sui traumi cranici rimandiamo al grafico sopra e a questo articolo, in fondo al quale sono citati diversi studi) ma dimostra che il casco in sé non è sufficiente per evitare traumi gravissimi in caso di investimento da parte di un mezzo a motore guidato a velocità eccessiva o in modo imprudente.
Ovvero: disincentivare l’uso della bicicletta comporta effetti sociali negativi maggiori rispetto al vantaggio di far usare il casco a tutti i ciclisti urbani. Se l’obbligo del casco offrisse vantaggi tangibili, molti paesi l’avrebbero adottato da anni: la bicicletta esiste ed è diffusa in milioni di esemplari da oltre 200 anni.
Infatti nei paesi dove il casco è obbligatorio per tutti i ciclisti urbani adulti (ovvero Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia), l’incidentalità dei ciclisti non risulta essere sensibilmente più bassa: anzi, negli Stati Uniti è anche sensibilmente più elevata.
Uso del casco e obbligo del casco sono due cose diverse e non vanno confuse. ◆
Qui altri articoli sul tema del casco e degli incidenti stradali (link alle fonti all’interno degli articoli).
- L’uso obbligatorio del casco in bicicletta salva vite umane? Dalle statistiche non sembra
- La maggior parte dei traumi cranici avvengono in automobile [aggiornamento]
- Olanda: più incidenti in bici per gli anziani, più incidenti in auto per i giovani [Accident Analysis & Prevention] [AGGIORNAMENTO]
- Come diminuiscono i morti per incidenti stradali: si salvano di più automobilisti e passeggeri, un po’ meno i pedoni… [IHME, dati dal 1990 al 2017]