‘Uso del casco’ e ‘casco obbligatorio per i ciclisti urbani adulti’ sono due cose diverse

Le principali cause di traumi alla testa secondo i dati di una rete di pronti soccorsi tedeschi. La maggior parte dei traumi cranici avvengono in automobile. Seguono le attività sportive e andare in motocicletta. Le probabilità di un trauma cranico sono analoghe per i ciclisti (eccetto ciclismo sportivo) e per i pedoni.

Spesso quando si parla di sicurezza stradale parte il dibattito sul casco per i ciclisti, e molti confondono l’utilità dell’uso del casco con l’eventuale utilità di un obbligo legislativo per il suo uso.

Va ricordato che:

  1. ‘Uso del casco’ e ‘casco obbligatorio per i ciclisti urbani’ sono due cose diverse.
  2. La maggior parte dei traumi cranici avvengono in auto. Chi è favorevole al casco obbligatorio in bici per coerenza dovrebbe proporre lo stesso provvedimento in auto.
  3. Ciclismo sportivo e ciclismo urbano sono due attività diverse, come sono attività diverse correre in Formula 1 rispetto a usare l’auto per andare al lavoro o per andare a fare la spesa.

Molti usano come argomentazione il fatto che nelle gare sportive i ciclisti usano sempre il casco. Ma questo avviene anche nelle attività sportive automobilistiche: anche i piloti di Rally, di Formula 1, di altre discipline automobilistiche usano sempre il casco.

Nella realtà dei fatti succede che nessun paese della Comunità Europea prevede l’uso del casco obbligatorio per i ciclisti urbani (eccetto Malta). Il motivo principale è che l’obbligo di avere il casco disincentiva l’uso della bicicletta, e che le probabilità di avere un trauma cranico sono maggiori andando in auto. In pratica il pericolo di trauma cranico per ciclisti urbani che pedalano a 8-15 km/h è analogo a quello di un podista che corre e inciampa, salvo il caso di investimento da parte di un’automobile, un furgone o un mezzo pesante. Anche camminare a piedi comporta un certo rischio di trauma cranico, che avviene in genere per caduta (particolarmente per chi corre e per gli anziani) o per investimento da parte di un mezzo a motore.

In questo secondo caso, l’investimento da parte di mezzi a motore, il casco da ciclista è comunque insufficiente per offrire protezioni apprezzabili: i caschi da ciclista sono testati per urti fino a 25 km/h. Qui un caso di una persona in monopattino che indossava un casco da moto: è stata investita da un camion ed è morta nonostante il casco. Naturalmente un singolo caso non fa statistica (per le statistiche sui traumi cranici rimandiamo al grafico sopra e a questo articolo, in fondo al quale sono citati diversi studi) ma dimostra che il casco in sé non è sufficiente per evitare traumi gravissimi in caso di investimento da parte di un mezzo a motore guidato a velocità eccessiva o in modo imprudente.

Cosa rende più sicuro andare in bicicletta? A sinistra: usare il casco (secondo la gente su Internet). A destra (secondo le statistiche sugli incidenti): separare le bici dal traffico; educare gli automobilisti; applicare e sanzionare i limiti di velocità; strade senza auto; distanza laterale obbligatoria per il sorpasso; ritiro della patente per indisciplinati seriali; investimenti nel trasporto attivo; indurre la gente ad abbandonare il divano. Illustrazione di Dave Walker.

Ovvero: disincentivare l’uso della bicicletta comporta effetti sociali negativi maggiori rispetto al vantaggio di far usare il casco a tutti i ciclisti urbani. Se l’obbligo del casco offrisse vantaggi tangibili, molti paesi l’avrebbero adottato da anni: la bicicletta esiste ed è diffusa in milioni di esemplari da oltre 200 anni.

Infatti nei paesi dove il casco è obbligatorio per tutti i ciclisti urbani adulti (ovvero Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia), l’incidentalità dei ciclisti non risulta essere sensibilmente più bassa: anzi, negli Stati Uniti è anche sensibilmente più elevata.

Uso del casco e obbligo del casco sono due cose diverse e non vanno confuse. ◆

Qui altri articoli sul tema del casco e degli incidenti stradali (link alle fonti all’interno degli articoli).

Informazioni su Gianni Lombardi

Autore di libri e scrittore freelance. Ex pubblicitario. Ex segretario ADCI, IAB. Istruttore di Yoga. Copywriter. -Blog, E-mail, Facebook, Twitter, Web. Libri: http://owl.li/CESmh https://twitter.com/benzinazero
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