‘Ciclista centrato e multato: contestate velocità e assenza di luci e campanello’. Hanno fatto bene a multarlo, ma… [L’Adige]

Immagine dall’Adige al 10 maggio 2024

I giornalisti di cronaca tendono a minimizzare le responsabilità di chi guida veicoli a motore, spesso per solidarietà fra automobilisti. Talvolta invece sono meno solidali con i ciclisti. Questo è uno di quei casi: il ciclista ha torto (va specificato) e l’articolo, a differenza di molti altri articoli quando si parla di veicoli a motore, è ineccepibile: approfondito e chiaro.

Ma resta il fatto che è molto difficile vedere articoli analoghi quando il responsabile dell’incidente guida l’auto, il camion o un furgone (come dimostrano i numerosissimi articoli di auto che si ribaltano da sole, sbattono da sole contro i muri, entrano nei negozi senza che apparentemente qualcuno li guidi, articoli analizzati nella rubrica *Come i giornali e i giornalisti raccontano gli scontri stradali* e nell’ebook ‘Cronaca Letale’, scaricabile gratuitamente).

Ovvero: salvo incidenti di grande clamore o che coinvolgono persone famose, raramente si vede un articolo che approfondisce con la cura di un incidente stradale dopo il fatto.

Nel caso presente, la dinamica è simile a quella del famoso incidente di Casalpalocco:

Un veicolo arriva a forte velocità e fa uno scontro frontale con un altro veicolo che curva a sinistra.

Nel caso di Casalpalocco era una supercar, un suv Taurus Lamborghini a circa 120 km/h con a bordo i famosi youtuber che stavano girando dei video. In questo caso invece si tratta di un giovane ciclista sportivo in discesa che ha affrontato a grande velocità una curva pericolosa prima di un incrocio.

In entrambi i casi i due veicoli, il suv e la bici, hanno investito un’auto che stava voltando a sinistra, che teoricamente avrebbe dovuto dare la precedenza, salvo il fatto che i veicoli in arrivo erano entrambi troppo veloci: il suv Lamborghini era troppo lontano quando l’auto investita ha iniziato la svolta, mentre la bici non era visibile quando l’auto investita ha iniziato la sua svolta, a causa della curva prima dell’incrocio.

L’aspetto interessante però è che molto raramente si vedono articoli che approfondiscono in questo modo le responsabilità di chi ha causato l’incidente.

Come questo povero giovane ciclista, anche gli automobilisti dopo gli incidenti ricevono verbali con le multe per le infrazioni commesse: eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza, eventuale mancanza di assicurazione e revisione, mancata precedenza, invasione di corsia, eccetera.

Qui la notizia è che il ciclista ha ricevuto quattro verbali in cui venivano contestate la velocità eccessiva (giusto e comprensibile, perché è la velocità unita all’imprudenza che ha causato l’incidente) e la mancanza di presunti dispositivi di sicurezza (luci, catarifrangenti e campanello).

Entrando nel merito degli addebiti, il primo è certamente giusto: è stata la velocità eccessiva a causare l’incidente. Il secondo è una cavillosa fesseria formalistica:

  1. In una bici da corsa che circola di giorno luci e catarifrangenti non servono a niente: chi li installa li installa unicamente per non avere questo genere di problemi legali, ovvero la multa stupida in caso di incidente. Ovviamente, nel caso di luci e catarifrangenti si può sempre dire: sì ma durante la tua gita se ritardi e viene buio li devi accendere. Vero. Ma:
  2. Nel caso del campanello si tratta proprio di una fesseria formalistica che non ha nessuna giustificazione e non ha nessun rilievo per sicurezza e prevenzione di incidenti: 1. in caso di emergenza i ciclisti possono urlare o fischiare, con un’udibilità maggiore di qualsiasi campanello; 2. Nella vita reale è beni difficile vedere un automobilista che cambi comportamento perché un ciclista gli suona il campanello: chiusi nell’abitacolo insonorizzato semplicemente NON lo sentono; e in generale NON sentono i campanelli dei ciclisti neanche i pedoni che passeggiano col naso in aria sulle piste ciclabili, figuriamoci guidatori di auto, moto, furgoni e camion, chiusi nell’abitacolo magari con lo stereo acceso.

In ogni caso, qui l’intero articolo dall’Adige.it, uno dei rari articoli di cronaca giornalistica in cui si approfondiscono le cause di un incidente stradale: Ciclista centrato e multato: contestate velocità e assenza di luci e campanello.

Qui cinque studi e ricerche sulle distorsioni, volute e non volute, della stampa sugli incidenti stradali e della percezione del pericolo delle automobili:

  1. Morire camminando per strada… Giornalisti e polizia presentano gli incidenti che coinvolgono i pedoni in modo distorto [Tennessee State University]
  2. Incidenti stradali. I giornalisti animano le auto, e colpevolizzano pedoni e ciclisti [Rutgers University, Arizona State University, and Texas A&M University]
  3. 6 modi con cui i giornali assolvono gli automobilisti e colpevolizzano pedoni e ciclisti [Streetblog, Rutgers University]
  4. Automobilisti, ciclisti e pedoni: come la stampa li descrive negli incidenti stradali [University of Westminster]
  5. A parità di ogni altra condizione, con le automobili si è molto più tolleranti. [Motornomativity: How Social Norms Hide a Major Public Health Hazard]

Qui le nuove linee guida della stampa inglese sulla cronaca degli scontri stradali.

Qui l‘ebook gratuito ‘Cronaca Letale: come giornalisti e giornali descrivono gli incidenti stradali’ – ebook gratis in formato ePub e pdf  e la recensione del libro ‘Il valore delle parole’ nella cronaca giornalistica. Come evitare parole che uccidono due volte.

Cosa manca, spesso, negli articoli di cronaca degli scontri stradali

Gli articoli citati possono essere stati aggiornati o modificati dalle rispettive redazioni dopo la realizzazione degli screenshot o in epoche successive per inserire nuove informazioni o correggere refusi. Gli screenshot vengono ripresi a scopo di studio per documentare i tic linguistici e l’esatta redazione delle parti rilevanti dell’articolo.

Qui la rubrica ‘Come i giornali e i giornalisti raccontano gli scontri stradali’ con centinaia di articoli analizzati.

Qui alcuni esempi positivi esaminati in pregi ed eventuali difetti:

*Come i giornali raccontano gli scontri stradali* FAQ, le risposte alle domande e alle obiezioni più frequenti

Informazioni su Gianni Lombardi

Autore di libri e scrittore freelance. Ex pubblicitario. Ex segretario ADCI, IAB. Istruttore di Yoga. Copywriter. -Blog, E-mail, Facebook, Twitter, Web. Libri: http://owl.li/CESmh https://twitter.com/benzinazero
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Una risposta a ‘Ciclista centrato e multato: contestate velocità e assenza di luci e campanello’. Hanno fatto bene a multarlo, ma… [L’Adige]

  1. CimPy ha detto:

    Sì,in questo caso. Però no in generale: se transiti per le vie di una città, il campanello aiuta (ad avvisare i pedoni che ti danno le spalle, quantomeno, per evitare che facciano movimenti improvvisi all’ultimo secondo. O per far procedere temporaneamente in fila indiana i colleghi che girano in bici appiaiati in ciclabile davanti a te a 12 km/h quando tu viaggeresti a 22). Vero, non salva da incidendti con le auto – per quello ci vuole il corno (o tromba) o un campanello elettrico come si deve.

    Anche le luci nei giorni di sole servono a niente, ma di sera e nei gionrni di pioggia, le stroboscopiche aiutano eccome (soprattutto a evitare soprtellate in faccia). Pure catadiottri e fasce riflettenti per eventuale zaino aiutano, sempre di sera o nei sottopassi (anche brevi, troppo brevi per pensare di fermarsi e accendere le luci di giorno).

    Ovvio, tutto questo non serve se esci da un angolo cieco a velocità smodata e la strada è occupata, come non serve se comunque l’automobiista che t’investe non ti ha visto perché guardava il cellulare, leggeva il giornale (giuro, esistono anche questi!) o stava guardando il paesaggio di fianco. Poi, multa giusta? Dipende: una bici da corsa, come hai scritto, è una bici particolare, che si vuole più leggera possibile. Però è come dire che se guidi una macchina da formula uno in città (anche rispettando le velocità consentite), puoi avere adesivi al posto dei fanali, gomme magari da pioggia, ma non da neve, in inverno (e, ovviamente, niente catene dietro), e niente targa.

    Poi, quando c’è un incidente con impatto contro un veicolo, stare a guardare il campanello o i catarifrangenti fa un po’ ridere – per non piangere – e se ti sei rotto qualcosa sul serio, forse è davvero l’ultimo dei problemi. Comunque, stante che il collega era nel torto, avrà anche da ripagare eventuali graffi o bozze alla vettura (che gli costeranno ben più delle multe).

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