Il mito dell’onda verde. Perché sincronizzare i semafori nella maggior parte dei casi non funziona

Immagine da Wikipedia

Capita spesso che, quando si parla di traffico urbano, qualcuno esca con la soluzione magica: basterebbe sincronizzare i semafori. Magari.

L’idea dell’onda verde è semplice: basta regolare i semafori posti su una certa strada in modo che, andando a una certa velocità, l’automobilista che la percorre possa trovarli tutti verdi. Il sogno di ogni automobilista: andando regolarmente a 50 km/h, trovo i semafori tutti verdi, in un flusso continuo e regolare con tutte le altre auto che vanno nella mia direzione.

Peccato che non funzioni.

Ovvero: può funzionare, in rari casi: su un lungo viale intersecato da strade minori, con un traffico prevalente in una sola direzione, ovvero nei casi di vialoni che portano i pendolari in auto dalla periferia a zone centrali della città, con una direzione predominante al mattino e la direzione opposta la sera.

Il problema è che, nella maggior parte dei casi, per ogni automobilista che vuole tutti i semafori verdi sulla sua strada, c’è un altro automobilista, due o anche tre che vogliono tutti i semafori verdi in altre direzioni: quelli che vengono dalla direzione opposta, e quelli che vengono da destra o da sinistra, su strade che a loro volta hanno svariati semafori a distanze irregolari.

Per esempio, nel caso di flussi di auto che vanno in direzione opposta, se i semafori fossero tutti a distanza regolare come su una scacchiera, si potrebbero programmare per avere il verde sia per chi va verso sud sia per chi va verso nord.

Ma siccome nella maggior parte dei casi, soprattutto nelle città europee, i semafori sono a distanze irregolari fra loro, l’onda verde la puoi avere solo in una direzione. Per ogni automobilista che trova tutti i verdi andando in direzione sud-nord, ci sono gli automobilisti che trovano molti rossi andando in direzione opposta, senza contare gli automobilisti che vanno in direzione est-ovest e viceversa, su strade che a loro volta hanno numerosi semafori posti a distanze irregolari.

A questo bisogna aggiungere il problema per cui non tutti i veicoli vanno regolarmente alla velocità ottimale. Chi per qualsiasi motivo va più lento, intralcia i veicoli a velocità ottimale, così come chi cerca di andare più veloce, e, naturalmente anche i sorpassi degli automobilisti impazienti tendono a creare turbolenze negative nel flusso del traffico.

Quindi, anche aggiungendo all’equazione auto autonome ben programmate, e intelligenza artificiale che analizza il traffico, in teoria si può ottenere una parziale ottimizzazione ma, in assenza di città realizzate a scachiera regolare e con flussi omogenei, resterà sempre il problema che gli automobilisti vanno in tutte le direzioni, e, dato un certo numero di incroci, solo una minoranza di automobilisti può trovare sempre tutti i semafori verdi.

Insomma: l’onda verde non funziona, se non in rari e molto specifici casi, per tratti non molto lunghi, solo in una direzione. E di sicuro funziona male o sempre peggio man mano che ci si avvicina al centro e la rete stradale diventa sempre più irregolare e intricata come nella maggior parte delle città italiane ed europee.

L’onda verde è un’altra soluzione magica che non funziona. Per ridurre il traffico automobilistico esiste una sola soluzione ben collaudata: occorre potenziare i mezzi pubblici, migliorare i marciapiedi e fare piste ciclabili. In questo modo chi può usa mezzi alternativi, e chi ha assolutamente bisogno della macchina trova meno traffico e ha meno problemi di parcheggio.  ◆

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Informazioni su Gianni Lombardi

Autore di libri e scrittore freelance. Ex pubblicitario. Ex segretario ADCI, IAB. Istruttore di Yoga. Copywriter. -Blog, E-mail, Facebook, Twitter, Web. Libri: http://owl.li/CESmh https://twitter.com/benzinazero
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