Incidenti stradali: il malore può essere diagnosticato a distanza [Il Tirreno]

Immagine dal Tirreno al 3 giugno 2024

Negli articoli di cronaca i giornalisti tendono spesso a minimizzare le responsabilità di chi guida veicoli a motore. Nelle ipotesi giornalistiche l’incidente non è quasi mai causato da errori o infrazioni di uno dei guidatori, ma spesso da cause esterne: la pioggia, il sole, l’asfalto bagnato, la strada killer, la curva assassina, eccetera. In mancanza di cause esterne, viene talvolta in soccorso il malore.

Si assiste così al paradosso per cui in molti articoli non si possono ipotizzare errori, infrazioni o velocità eccessiva neanche di fronte a ‘impatti violentissimi’ o lunghissimi segni di frenata sull’asfalto, mentre in casi in cui apparentemente non ci sono spiegazioni si ricorre immediatamente all’ipotesi del malore. Nel caso di questo articolo, quando l’alta velocità dell’auto investitrice appare del tutto evidente, viene infatti immediatamente fatta l’ipotesi del malore’:

  1. Spettacolarizzazione dell’incidente nel titolo (‘Schianto al casello’)
  2. Deresponsabilizzazione dell’automobilista nel sottotitolo: ‘la conducente forse ha avuto un malore’
  3. Pseudo approfondimento con tre ipotesi (malore, guasto o distrazione) che in realtà non vengono approfondite: ‘Sono tre le ipotesi al vaglio degli inquirenti sulle cause della tragedia.
  4. Dinamica dell’incidente definita ‘sicuramente incredibile‘.
  5. Conclusione pilatesca: ‘Andrà comunque chiarita del tutto con le indagini’, delle quali però probabilmente non conosceremo mai i risultati. Pilatesca non perché il giornalista debba fare indagini, ma perché del risultato delle indagini probabilmente se ne laverà le mani, non parlandone mai più.
Immagine dal Tirreno al 3 giugno 2024

Si assiste anche in questo articolo, come in tanti altri, alla tendenza ad esorcizzare l’intrinseca pericolosità dell’automobile e dei cattivi comportamenti alla guida: da una parte si spettacolarizza l’incidente (‘Schianto al casello’), dall’altra ci si affanna ad evidenziare una presunta assoluta casualità dell’evento (‘La dinamica dell’incidente, sicuramente incredibile‘) dando particolare credito all’ipotesi del malore.

In realtà casi di automobilisti che arrivano troppo veloci al casello e poi hanno un incidente piccolo o grande a causa di colpi di sonno, distrazione, velocità eccessiva o cattiva valutazione delle distanze si sono già sentiti, per cui il fatto che qualcuno ‘si schianti’ al casello non è né così incredibile, né inaudito. Qui per esempio un incidente mortale di qualche anno fa, guarda caso sempre al casello di Rosignano.

Inoltre: se una persona è soggetta a malori, non dovrebbe guidare; se non sta bene non dovrebbe guidare; se ha sonno, non dovrebbe guidare, perché comunque guidare un’attività pericolosa che richiede massima attenzione e un buono stato di salute. Purtroppo queste semplici regole non sempre vengono seguite, e anche i medici che visitano gli automobilisti al rinnovo della patente sono talvolta portati a chiudere un occhio sui potenziali problemi di salute che limitano le capacità di guida.

Questo trattamento indulgente delle responsabilità degli automobilisti dipende probabilmente da due fattori:

  1. Molti giornalisti sono automobilisti anch’essi, e quindi spesso si identificano con il punto di vista dell’automobilista
  2. Molti lettori sono automobilisti, e quindi criticarne i comportamenti alla guida è poco popolare

Infatti gli altri utenti della strada vengono invece spesso criticati e colpevolizzati: nel caso di ciclisti e pedoni non è raro che vengano fatte ipotesi di errore o di concorso di colpa a loro carico: Quando i giornali sgridano i ciclisti e i pedoni vittime di incidente [antologia di titoli e articoli]. ◆

Qui l’intero articolo del Tirreno: Rosignano, schianto al casello: 3 morti, marito e moglie e un 21enne fiorentino. Tra i feriti 2 fratellini – Video.

Qui cinque studi e ricerche sulle distorsioni, volute e non volute, della stampa sugli incidenti stradali e della percezione del pericolo delle automobili:

  1. Morire camminando per strada… Giornalisti e polizia presentano gli incidenti che coinvolgono i pedoni in modo distorto [Tennessee State University]
  2. Incidenti stradali. I giornalisti animano le auto, e colpevolizzano pedoni e ciclisti [Rutgers University, Arizona State University, and Texas A&M University]
  3. 6 modi con cui i giornali assolvono gli automobilisti e colpevolizzano pedoni e ciclisti [Streetblog, Rutgers University]
  4. Automobilisti, ciclisti e pedoni: come la stampa li descrive negli incidenti stradali [University of Westminster]
  5. A parità di ogni altra condizione, con le automobili si è molto più tolleranti. [Motornomativity: How Social Norms Hide a Major Public Health Hazard]

Qui le nuove linee guida della stampa inglese sulla cronaca degli scontri stradali.

Qui l‘ebook gratuito ‘Cronaca Letale: come giornalisti e giornali descrivono gli incidenti stradali’ – ebook gratis in formato ePub e pdf  e la recensione del libro ‘Il valore delle parole’ nella cronaca giornalistica. Come evitare parole che uccidono due volte.

Cosa manca, spesso, negli articoli di cronaca degli scontri stradali

Gli articoli citati possono essere stati aggiornati o modificati dalle rispettive redazioni dopo la realizzazione degli screenshot o in epoche successive per inserire nuove informazioni o correggere refusi. Gli screenshot vengono ripresi a scopo di studio per documentare i tic linguistici e l’esatta redazione delle parti rilevanti dell’articolo.

Qui la rubrica ‘Come i giornali e i giornalisti raccontano gli scontri stradali’ con centinaia di articoli analizzati.

Qui alcuni esempi positivi esaminati in pregi ed eventuali difetti:

*Come i giornali raccontano gli scontri stradali* FAQ, le risposte alle domande e alle obiezioni più frequenti

Informazioni su Gianni Lombardi

Autore di libri e scrittore freelance. Ex pubblicitario. Ex segretario ADCI, IAB. Istruttore di Yoga. Copywriter. -Blog, E-mail, Facebook, Twitter, Web. Libri: http://owl.li/CESmh https://twitter.com/benzinazero
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