Velocità medie delle automobili in alcune delle principali città italiane: Roma, Milano, Torino, Palermo e Messina le peggiori [Sesto Rapporto Mobilitaria 2023]

Velocità medie delle automobili in alcune delle principali città italiane. Dal Sesto Rapporto Mobilitaria 2023, pagina 41

Quelle che vediamo sopra sono le velocità medie delle automobili in alcune delle principali città italiane.

Le velocità medie sono più basse dove il tessuto urbano è più esteso (l’area urbanistica di Milano e l’area urbanistica di Roma sono simili per dimensioni, ma la Lombardia è molto più densamente popolata del Lazio e dell’hinterland romano), mentre sono più alte dove il centro urbano è relativamente piccolo e ci sono periferie poco densamente popolate: a Milano e Roma percorrendo 10 km si resta sempre in aree densamente popolate, a Reggio Calabria, Cagliari, Bologna e Bari percorrendo 10 km ci si allontanta sensibilmente dal centro.

Le velocità mede sono comunque basse un po’ dappertutto, e crescono solo dove ci sono vie di scorrimento e strade poco trafficate nel raggio di 10 km dal centro, ovvero dove le città sono relativamente piccole.

Per quel che riguarda il traffico e l’uso dell’automobile, va osservato che secondo questi dati Milano è molto peggio di Roma: a Milano gli spostamenti in auto richiedono più tempo.

‘Se le velocità medie sono così basse, perché imporre il limite a 30 nelle zone frequentate da ciclisti e pedoni?’

Questa è un’obiezione che viene fatta spesso, da automobilisti poco competenti o poco informati (o anche in mala fede, in qualche caso).

La velocità media è una cosa, il limite di velocità è un’altra, e un limite basso non influenza necessariamente la media, o l’influenza di poco.

Nei centri urbani densamente popolati, gli spostamenti in automobile sono pieni di discontinuità: incroci, semafori, passaggi pedonali, auto parcheggiate in seconda fila, automobilisti che rallentano perché cercano parcheggio, automobilisti che fanno manovra, eccetera.

Se il limite di velocità è 50 ma ci sono molte discontinuità, l’automobilista che ha fretta (o che ama la guida ‘brillante’, ovvero guidare come uno scemo) quando trova la strada libera è tentato di accelerare il più possibile per recuperare i piccoli ritardi. Il risultato però, nella maggior parte dei casi, è che arriva qualche secondo prima al prossimo semaforo rosso o al prossimo rallentamento.

Questo comporta uno stile di guida irregolare e discontinuo, con frequenti accelerazioni e frenate. E comporta anche aumentare pericolo, rumore e inquinamento (sia per il consumo di benzina, sia per la maggiore produzione di polveri sottili da usura di pneumatici e asfalto). Il tutto con un guadagno minimo in termini di tempo, soprattutto nelle ore di punta.

Con il limite a 30 la guida diventa invece più fluida e regolare, meno stressante per l’automobilista, e meno pericolosa per gli altri utenti della strada.

Questo è dimostrato dall’esperienza di moltissime città europee, dove i limiti a 30 hanno generato meno incidenti, morti e feriti. ◆ 

Qui è possibile scaricare il Sesto Rapporto Mobilitaria 2023 (CNR).

Se il link sopra non funziona, il rapporto è visibile e scaricabile anche qui:

Qui altri articoli sul tema dei limiti a 30 km/h (link alle fonti all’interno degli articoli):

Informazioni su Gianni Lombardi

Autore di libri e scrittore freelance. Ex pubblicitario. Ex segretario ADCI, IAB. Istruttore di Yoga. Copywriter. -Blog, E-mail, Facebook, Twitter, Web. Libri: http://owl.li/CESmh https://twitter.com/benzinazero
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