Confronto dei metodi di trasporto a Roma, Mosca, Bruxelles, Londra, Oslo, Copenhagen, Budapest, Berlino, Vienna, Madrid, Zurigo, Amsterdam e Parigi (%)

Confronto delle percentuali dei diversi metodi di trasporto nelle principali capitali europee. Come si vede, non è indispensabile avere un eccellente o particolarmente capillare sistema di trasporto pubblico per ridurre l’uso dell’automobile.

A Roma, dove c’è il record europeo e probabilmente mondiale nell’uso dell’automobile, la percentuale di uso dei mezzi pubblici (notoriamente disastrati e inaffidabili, fra i peggiori d’Italia e probabilmente i peggiori d’Europa fra le capitali) è analoga se non superiore all’uso dei mezzi pubblici a Copenhagen, Amsterdam e Berlino. Inoltre, come risulta da altri dati, in questo caso riportati dal Sole 24 Ore, l’uso dei mezzi pubblici è analogo a Roma e a Milano (dove i mezzi pubblici di buona qualità).

Da notare che Roma è certamente, fra le città prese in esame, quella col traffico peggiore e più inefficiente.

La frequente invocazione “prima di ridurre l’uso dell’auto occorre avere mezzi pubblici che funzionano” è quindi spesso ingiustificata e finalizzata a mantenere lo status quo. Quello che serve, come dimostra la tabella sopra e la situazione delle diverse capitali europee, è una strategia integrata che comprenda se non tutti, almeno la gran parte di questi provvedimenti in ottica di lungo periodo:

  • Disincentivi all’uso dell’auto
  • Attenzione alle problematiche dei pedoni
  • Attenzione alle problematiche dei ciclisti
  • Costruzione di piste ciclabili
  • Adozione di misure come zone 30, zone 20, sensi unici eccetto bici
  • Realizzazione di zone a traffico limitato e zone pedonali accessibili
  • Severità nei confronti di soste vietate, soste in doppia fila, ingressi abusivi di automobili e furgoni nelle ztl e nelle zone pedonali
  • Potenziamento e privilegio ai trasporti pubblici con riduzione ed eliminazione di tutte le situazioni in cui l’auto privata ostacola il mezzo pubblico
  • Riduzione dei posti auto
  • Installazione di rastrelliere per biciclette (indicativamente almeno una rastrelliera per dieci bici per ciascun numero civico di palazzi per uffici e condomini abitativi, e una rastrelliera almeno ogni due-tre negozi)
  • Revisione delle strategie di viabilità, privilegiando sempre la mobilità di pedoni, ciclisti e mezzi pubblici rispetto all’auto privata

Informazioni su Gianni Lombardi

Autore di libri e scrittore freelance. Ex pubblicitario. Ex segretario ADCI, IAB. Istruttore di Yoga. Copywriter. -Blog, E-mail, Facebook, Twitter, Web. Libri: http://owl.li/CESmh https://twitter.com/benzinazero
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8 risposte a Confronto dei metodi di trasporto a Roma, Mosca, Bruxelles, Londra, Oslo, Copenhagen, Budapest, Berlino, Vienna, Madrid, Zurigo, Amsterdam e Parigi (%)

  1. Associazione Utenti del Trasporto Pubblico ha detto:

    è vero il contrario, per avere mezzi pubblici che funzionano occorre ridurre gli spazi dell’auto. Ed esattamente, restituire al trasporto pubblico tutti quegli spazi che gli furono sottratti.

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    • Marco Odifreddi ha detto:

      A Torino è successo il contrario, togliere spazio, e neanche troppo, alle automobili ha spostato le attività fuori città con un conseguente aumento del traffico.

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      • Paolo Degli Antoni ha detto:

        Anche a Firenze alcuni irriducibili dell’auto innescano analogo flusso: in centro non possono parcheggiare, dunque vanno al cinema o al ristorante nelle periferie dotate di ampi parcheggi; altri invece animano ugualmente la movida in centro, praticando la sosta abusiva (negli stalli riservati ai residenti) o selvaggia, spinta sino all’interruzione del servizio pubblico

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      • Associazione Utenti del Trasporto Pubblico ha detto:

        Ci riferiamo alla riduzione fisica. Ricavare corsie preferenziali o meglio sedi tramviarie recuperando gli spazi in passato a ciò destinati, o anche nuovi, mediante riduzione delle corsie per il traffico privato o aree di sosta. La sostanza è che è per ottenere un trasporto pubblico che funzioni l’attribuzione di spazi riservati sottraendoli alle automobili è inevitabile.

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      • Paolo Degli Antoni ha detto:

        “Per ottenere un trasporto pubblico che funzioni l’attribuzione di spazi riservati sottraendoli alle automobili è inevitabile”. Invevitabile e desiderabile, perché così si crea un vantaggio differenziale a un mezzo svantaggiato in termini di velocità a causa delle numerose fermate

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  2. Marco Odifreddi ha detto:

    Direi che conferma che mezzi pubblici comodi e veloci disincentivano l’uso dell’auto, l’unica eccezione è Amsterdam, città piuttosto piccola (850.000 abitanti), perfettamente piatta e comunque dotata di una efficace rete d metropolitana, con tre linee. Tutte le altre città nella parte bassa hanno mezzi pubblici comodi e veloci, scarso uso delle biciclette ed elevata percentuale di uso dei mezzi pubblici. Comunque sarebbe trasportisticamente più interessante conoscere i km percorsi con i vari mezzi perché poter prendere la metropolitana per lunghi percorsi libera le strade dal traffico e le rende più piacevoli per i ciclisti.

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    • Gianni Lombardi ha detto:

      Ci sono almeno 4 eccezioni in questa tabella: Berlino, Amsterdam, Copenhagen e, in modo parziale, Roma. Nelle prime tre città il ruolo dei mezzi pubblici è molto minoritario. Roma invece è interessante perché, nonostante la cattiva qualità dei mezzi pubblici, questi vengono usati in misura notevole, più di quanto ci si aspetterebbe.

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  3. Paolo Degli Antoni ha detto:

    Ci sono anche aspetti antropologici differenziali, tra i quali l’indisponibilità pregiudiziale di tanti romani (così anche tanti maltesi, con ancora più auto per mille abitanti che in Italia) a rinunciare all’auto, a costo di passare ogni volta decine di minuti alla ricerca di un parcheggio, e il gusto per la flânerie proprio di altrettanti parigini, ai quali piace vedere e farsi vedere, gusto che li spinge a camminare molto in città.
    Personalmente non somiglio a nessuno di loro: non ho mai avuto l’auto, bene al quale ho rinunciato volentieri, non mi piace curiosare in città, scanso vetrine ed esercizi, vado diretto alla meta o faccio una passeggiata anche lunga, ma secondo uno specifico interesse, di solito naturalistico (anche in città!), difficilmente mercantile

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