L’ipocrisia dell’industria automobilistica: a parole grandi promesse di sicurezza, ma nelle scelte concrete di design… [AGGIORNAMENTO]

Guida più sicuro, guardando un display elettronico più grande del tuo computer in ufficio…

L’industria dell’auto parla sempre di sicurezza, ma nelle scelte concrete di design e marketing spesso la sicurezza viene messa in secondo piano rispetto al marketing, alla bellezza estetica, alla riduzione dei costi o alle priorità produttive, a meno che non venga obbligata dalla legislazione. Ecco alcuni esempi attuali:

  1. Accessori, cruscotti e schermi che distraggono dalla guida. I cruscotti stanno diventando sempre più elettronici, con display sempre più grandi e interattivi: Mi raccomando, non usate gli auricolari in bicicletta… Sono una pericolosa fonte di distrazione, a differenza dei display elettronici sempre più grandi in automobile. Inoltre la luminosità dei numerosi schermi e display elettronici davanti al volante rendono più difficile la visibilità notturna per chi guida, quando l’abitacolo dovrebbe essere completamente buio per vedere meglio l’ambiente esterno.
  2. Invece di realizzare bottoni e comandi fisici, sono più comodi i touchscreen (per l’industria). Infatti i comandi sugli schermi richiedono più tempo e attenzione per essere utilizzati: I touchscreen in auto distraggono e sono pericolosi –– Ma non è un problema perché se ammazza un pedone l’automobilista può sempre dire ‘non l’avevo visto’. Per forza: stava guardando il touchscreen. Però l’industria li preferisce perché così tutte le modifiche estetiche e funzionali possono essere fatte via software.
  3. Montanti del parabrezza che ostacolano la visibilità. Dov’è il posto migliore per mettere ostacoli alla visibilità? Ovviamente davanti agli occhi dell’automobilista: Un grave problema di cattivo design automobilistico: montanti del parabrezza sempre più grossi e ingombranti che impediscono di vedere ciclisti e pedoni a bordo strada.
  4. I colori meno visibili sono quelli più promossi e diffusi. Le auto bianche hanno un’incidentalità inferiore del 10% rispetto ai colori scuri (su base mondiale potrebbe significare circa 120.000 morti in meno all’anno, e 5-7 milioni di feriti in meno). Ma l’industria dell’auto da anni promuove attivamente colori scuri e colori poco visibili (dal nero al grigio metallizzato). Si può obiettare che il colore lo sceglie il consumatore. No, solo in parte. Per motivi produttivi è molto difficile produrre auto a larga diffusione sulla base delle richieste di uno specifico consumatore: quando personalizza l’auto lo fa sulla base di una serie di opzioni previste dall’industria e spesso, se vuole avere il veicolo in breve tempo, deve scegliere fra quel che c’è, tollerando un optional che non desiderava, oppure rinunciando a quello che desiderava ma non abbastanza per aspettare tre mesi. Inoltre i concessionari sono fortemente motivati a vendere le auto già disponibili a magazzino o sul canale distributivo. Lo stesso vale per i colori: i consumatori scelgono fra quelli disponibili, predisposti dall’industria. Quindi l’industria potrebbe facilmente indirizzare il mercato verso colori visibili: ma il 90% di auto bianche sarebbero un grosso problema di marketing, visto che le auto scure vengono percepite come più eleganti e più aggressive. Le auto bianche sono meno pericolose: fino a -10% di probabilità di essere coinvolte in incidenti [Monash University]
  5. Abitacoli progettati per gli uomini che mettono a rischio le donne e gli adolescenti. Uomini e donne mediamente hanno diversi pesi e diverse misure anatomiche. Questo significa che sedili, cinture, airbag e abitacoli progettati per uomini medi di 1,75 di altezza e 80 kg di peso sono troppo grandi per donne e adolescenti. Che infatti in caso di incidente corrono più rischi. Design: le cinture di sicurezza delle automobili sono spesso progettate per gli uomini… mettendo il corpo femminile a rischio.
  6. Auto sempre più grosse e ingombranti. E quindi più pericolose per pedoni, ciclisti e veicoli più piccoli a causa dell’aumento di massa: L’obesità del design automobilistico.

Ma soprattutto: auto che vanno troppo veloci. La velocità è la principale concausa di tutti gli incidenti automobilistici: a velocità più bassa sarebbero meno gravi o non sarebbero avvenuti del tutto. Ma senza l’emozione della velocità, delle accelerazioni, delle prestazioni, gran parte del marketing automobilistico diventerebbe inefficace. È la principale argomentazione di vendita di molte auto, e spesso è l’unica argomentazione di vendita delle auto sportive di lusso: le prestazioni. Nessuno compra un’auto sportiva con la principale motivazione di percorrere in modo comodo e razionale il tragitto casa-lavoro.

Qui altri esempi di design automobilistico criminale o autolesionistico del presente e del passato.

[AGGIORNAMENTO] Anche Paolo Attivissimo parla del problema qui: Patente sospesa per aver azionato i tergicristalli usando l’interfaccia touch della sua Tesla: un paio di chiarimenti. Alla conclusione dell’articolo però, invece di invitare l’industria a una maggiore responsabilità nella progettazione, fornisce un suggerimento pratico che, in ultima analisi, è un invito all’errore prima o poi: prendere l’abitudine di guardare la strada ad ogni comando del menù. In realtà con i comandi nidificati dei touch screen l’unico comportamento sicuro è fermarsi a bordo strada quando è necessario azionarli, il che li rende assolutamente poco pratici a bordo di un’automobile.

Informazioni su Gianni Lombardi

Autore di libri e scrittore freelance. Ex pubblicitario. Ex segretario ADCI, IAB. Istruttore di Yoga. Copywriter. -Blog, E-mail, Facebook, Twitter, Web. Libri: http://owl.li/CESmh https://twitter.com/benzinazero
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